martedì 6 settembre 2016

Viva la mamma, viva la favola degli anni cinquanta, così lontana e pure così moderna...

Quando una pensa di aver visto molto, di aver letto abbastanza o di aver sentito troppo, ecco che arriva la novità del mese. E non è la notizia del trono gay da Maria (Uomini&Donne) che mi lascia abbastanza indifferente e che poi probabilmente mi ritroverò a seguire nelle repliche a mezzanotte con gli occhi crepati dal sonno. La novità sta nel.. FERTILITY DAY. Si è già scritto molto contro questa "novità" vintage in effetti e giustamente, stile Ventennio.
Siate giovani e fertili, donne!

Prima di iniziare con le ovvie riflessioni, vorrei soffermarmi sulla frase illuminante: 
La bellezza non ha età. La fertilità sì. L'orologio biologico corre e voi sciagurate non avete fatto ancora un figlio? Siete in giro a lavorare? A studiare per gli esami? A cercare di raccattare qualche euro in più per pagare il Canone Rai?
Fertile, mi sembra di parlare di un campo da arare, da concimare.
Potrei sentirmi quasi offesa per l'assurdità delle locandine se non fosse che ormai sono abituata alle scelleratezze su ogni fronte. Forse però noi donne scolarizzate dovremmo indignarci davvero (anche) questa volta. Ma le ministre hanno mai provato l'ebbrezza di sentirsi chiedere a un colloquio: hai intenzione di sposarti? Hai figli? Pensi di averne? E in caso, possono suggerirci una risposta adeguata? Diciamo al datore di lavoro che ci mandano loro? Che la ministra ha detto che dobbiamo figliare finché siamo fertili? C'è la fila di aziende che aspettano di concederci un contratto con i vari benefit, modello Europa del nord. Poi se, quasi sicuramente, perdo il lavoro mi elargiscono un reddito per garantire una vita dignitosa al putto? Un sussidio adeguato al costo dei pannolini? Credo che noi, femmine e maschi, di queste generazioni infauste ci siamo abituati a subire, a non chiedere quello che ci spetta.
Abbiamo perso l'abitudine di lottare contro i mulini a vento, vista l'illogicità delle proposte e delle magre alternative offerte. Chi glielo spiega ai geni creativi della campagna Fertility day che le aziende non assumono mamme, donne in età da marito o in età da monta?
Quindi adesso la nazione ci chiama al nostro dovere di donne: fare figli per amor di patria. Poco importa se poi la patria non ama noi.  L'asilo, le visite mediche, le ferie, le malattie.. miraggi nel 2016.
Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi, propone lo staff della ministra. E bisogna essere davvero creativi per cercare soldi o per provare a incastrare gli orari dei nonni, delle baby sitter e delle scuole varie.
Quindi adesso bisogna fare figli da giovani. Studiare è ancora consigliato? Le femmine si devono fermare alle scuole medie o possono proseguire con le superiori?
Che poi una nel 2016 potrebbe pure avere dubbi esistenziali, mettere in dubbio il sistema patriarcale o il concetto stesso di famiglia
Motivazioni varie raccolte a caso:
Potrei non voler diventare mamma: il Sole prima o poi collasserà su se stesso e noi esseri umani probabilmente saremo solo un pallido ricordo senza senso che vagherà nell'iperspazio. Con questa previsione mi sembra vano pure il tentativo di provarci, siamo destinati all'estinzione. E nel mezzo del cammin rischiamo pure di vivere un'esistenza di merda.
Potrei non voler diventare mamma/2: penso alla carriera, mi interessa solo il lavoro, sono gratificata all'ennesima potenza (non è il mio caso, da precaria mi tocca cercare lavori per ovvie ragioni,  ma mi ostino a scrivere libri, sono il mio cavallo di Troia per riuscire a strappare un contratto a una casa editrice o per varcare la soglia di qualche redazione).
Grazie a chi ha letto o  sta leggendo Le bugie dei bravi ragazzi!
Potrei non voler diventare mamma/3: non mi piacciono i bambini, li trovo impegnativi, non mi fanno tenerezza, odio le festine di compleanno con le torte a tema; non vedo quindi perché dovrei rinunciare alla vita che faccio, seppur apparentemente senza senso.
Potrei voler diventare mamma: ma ahimè non posso. E non solo per motivi di anzianità. Forse la sensibilità della campagna della donna fertile non tiene conto che qualche volta le donne non sono in grado di procreare e ci soffrono veramente, impegnando tempo e sentimenti, spesso uscendone emotivamente distrutte. Non siamo conigli o vacche da monta.
A volte semplicemente le ragazze non sanno come fare per arrivare a fine mese, cambiano lavori, spesso mal pagati e molte volte vivono ancora con i genitori, che fanno ulteriori sacrifici per portare avanti la baracca. Non è un romanzo, è la dura verità. Forse bisognerebbe essere incoscienti e non pensarci troppo, ma l'amore qualche volta non è sufficiente per decidere di mettere al mondo un figlio quando non si hanno i soldi in banca o i genitori benestanti.
Nel mio secondo romanzo (Le bugie dei bravi ragazzi)  affronto anche il tema del precariato, la protagonista Sole è costretta a fare diversi lavori, più o meno ortodossi, per riuscire a recuperare i soldi dell'affitto, sacrificando la sua dignità in colloqui umilianti o per pochi euro. Il problema dei precari (uno dei tanti) è che si rischia di sprofondare in circolo assurdo in cui la ricerca del lavoro diventa l'unico obbiettivo, e solo per poter soppravvire. Ma si tratta di sopravvivere, non di vivere. Che senso ha? Se non si riesce ad affrontare il presente, chi ha tempo di pensare al futuro?
 Io sono un pochino cinica e mi faccio paranoie sempre e comunque, quindi tendo a drammatizzare anche il senso stesso dell'esistenza a seconda dei giorni, della pioggia e di quando mi devono venire. W le mamme, w i bambini, w le famigliole felici, w chi vive da solo e w chi non giudica gli altri.  Sono pure una cazzona, come si evince dai miei scritti, però l'unica cosa seria del post: magari mandate un messaggio al 45500 per i terremotati, per le zone colpite dal sisma, c'è tempo fino al 30 settembre, mi pare. E' vero che non si capisce il senso di tante terribili tragedie che colpiscono il mondo o le nostre case, ma almeno proviamo a dare una mano in modo concreto, non siamo tutti pompieri super fighi che salvano le persone, ma nel nostro piccolo possiamo aiutare. Uno dice ok è giusto,
Momento vintage
lo faccio dopo. Non dopo, subito, perché poi ci si dimentica, passa l'effetto empatia. Sono due euro, due caffè in meno, un gelato, quasi uno spritz. Ma sarete meno nervosi, assumerete meno calorie, sarete un poco meno ubriachi e vi sentirete dei bravi ragazzi...


Barbara

1 commento:

  1. Perfettamente d'accordo! Se anche una donna fosse inconsciente e volesse diventare mamma, non ci garantiscono le possibilità e le condizioni per costruirci una famiglia e sopratutto non ci prospettano un futuro roseo....

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