martedì 21 febbraio 2017

Galleggiamo nell'attesa di... La posta dei Precari

Il romanzo Le bugie dei bravi ragazzi tratta un tema attuale, sempre più minaccioso e avvilente: il precariato e tutto ciò che di angoscioso e più o meno tragico ne può derivare.
Alcuni ragazzi mi hanno scritto per raccontarmi le loro esperienze: non possono permettersi un affitto, un mutuo o una semplice vacanza, che sembra un aspetto superficiale, frivolo, invece deve essere un diritto aspirare almeno a qualche momento di felicità.
 Si tende a sopravvivere, a portare a casa la giornata mi accorgo che il cerchio si allarga sempre più.
 Di mio tendo a sdrammatizzare, io stessa sono una precaria impenitente, l'ironia seppur amara sembra avere un qualche effetto placebo.
Galleggiamo nell'attesa di...

Ma nel frattempo:  
C'è chi a 40 anni suonati è costretto a subire umiliazioni, angherie e minacce di licenziamento. 
"Licenziamento? Ma se non sono nemmeno in regola?"
"Sì, ma ho la fila: ci sono 200 ragazzi che sbavano e aspettano solo di prendere il tuo posto. In fondo che fai? Tutti possono fare quello che fai te"
Uno o due voucher per dare una parvenza di legalità e poi lavoro in nero, di notte, a 7 euro l'ora.
"E lui ne fa di soldi, lo vedo. A me invece ne toglie di soldi, minimo un'ora a settimana. E mi dice di non stare fermo, di muovermi sempre anche se in quel momento non c'è molto da fare".
"Ti chiamo mezz'ora prima se non devi venire, tanto che cazzo devi fare?"
 Che si può fare in questi casi? Si accetta l'umiliazione per portarsi a casa qualche euro finché non si trova altro? Si fa finta di non sentire? 
"O lo  mando a fanc.lo? Ho più di 40 anni, non ne ho 15. Che faresti te? A volte non ce la faccio, mi sale un nervoso, ma non voglio rispondere sennò..."

In un altro momento storico nel quale non si sia quasi obbligati ad accettare sadici soprusi e cattiverie gratuite, o tutti i lavori che capitano, personalmente io gli avrei tirato dietro qualsiasi parolaccia mi fosse passata per la testa, senza filtri, ma se uno ha bisogno... Non lo so.


Una ragazza di 26 anni, abbastanza fresca di laurea, trova uno stage in un ufficio stampa: 250 ricchi euro al mese e 9 ore di lavoro. La responsabile spesso è assente e le mansioni sono dettate al telefono. 
"Ma io la prima settimana non lo sapevo dov'erano i fascicoli, non sapevo dove si trovavano le cartelle, i file salvati. Alcuni mumeri di telefono e mail erano sbagliate, come potevo fare? Mi dovevo inventare i numeri? Le lettere degli indirizzi?
Ma la cosa peggiore era che dovevo andare a farle la spesa, portare giù  il cane a fare la pipì e quando la faceva in ufficio dovevo asciugare io la pozza, perché sto imbecille di cane quando si emozionava la faceva ovunque. E si emozionava tre, quattro volte al giorno: quando suonavano il campanello, quando suonava il telefono, quando entrava qualcuno.
La responsabile mi chiamava anche alle 11 di sera per sapere se avevo telefonato a quella tizia o per chiedermi di passare al supermercato a comprare le scatolette per il cane, possibilmente prima di arrivare in ufficio. Ho studiato per quello? Per comprare crocchette di pollo con mais da agricoltura biologica? Costa più di quello che mangio io. Ma non è per il cane... Sono arrivata a odiare tutti lì, cane compreso. E poi dovevo fare la lecchina con le sue clienti, tutte false. Una volta ho dovuto portare giù due cani. Era così arrogante la titolare, ricca e viziata, lavorava per gioco, per sfizio, per sentirsi importante. Non era nemmeno laureata, ma si firmava con "dottoressa". E con me era sempre arrogante, ma in modo sottile, una gentilezza falsa. Mio padre mi ha chiesto di stare a casa, ero esausta, sfibrata, esaurita, ma lui è ancorato a un'epoca dove la dignità aveva ancora un senso.
Mancavano 10 giorni a fine mese quando le ho detto che avevo trovato un altro lavoro, me li ha tolti dallo "stipendio".
E ovviamente niente TFR...

La costante sembra l'umiliazione, il sopruso. Chi è avvantaggiato e chi viene sfruttato. Chi può permettersi di mandare a fanc.lo e chi invece è costretto a subire.


Barbara

p.s. Se vi va raccontatemi le vostre esperienze a:
     barbara.raymondi78@gmail.com