giovedì 30 marzo 2017

Who let the dogsitter out - Posta precaria

C. 23 anni, studentessa universitaria e amante degli animali offresi come dog sitter. All'indirizzo di posta elettronica le sono arrivate alcune proposte riguardanti incontri particolari dove le passeggiate con i cani c'entravano poco e un'effettiva proposta da parte di Simba*, un barboncino bianco di quattro anni e con tanta voglia di uscire. Più o meno si trattava di restare un'ora in passeggiata e possibilmente vicino al parco sotto casa, sarebbe stato il caso però di non fare incontrare troppo focosamente Simba con gli altri cagnolini. La signora tutto sommato sembrava tranquilla, solo non aveva troppa voglia di uscire col cagnetto che era sempre agitato. 6 euro all'ora, guinzaglio e sacchettini in dotazione.
Poco importava se la signora dell'Est che fa le pulizie a casa di Lady Simba prende 10 euro all'ora; C. l'aveva scoperto un pomeriggio ascoltando per caso una conversazione tra le due, mentre cercava di allacciare il guinzaglio a Simba che non collaborava per niente.
Poco importava se era in nero e i suoi guadagni erano vincolati dal meteo inclemente.
Tre o quattro uscite a settimana erano meglio di niente per iniziare con l'attività di dogsitter. "Di questi tempi bisogna ingegnarsi, dicono che la crisi aiuti a mettere in moto il cervello, le capacità, l'inventiva..mah".
Nell'ultimo periodo però, per caso, fatalità, le capitava sempre più spesso di incontrare la signora Simba per strada, che poi si doveva accollare fino al parco. E che poteva fare C. quando l'ora stava per scadere e la signora non la smetteva di parlare? Doveva mollarle il cane o accompagnarla a casa? Di sicuro la donna aveva un gran bisogno di compagnia, però pure le dispense di psicopatologia generale e dello sviluppo ne avevano.
E se non le tendeva l'agguato quotidiano le telefonava mentre era in passeggiata per chiederle di passare dal fruttivendolo a comprarle i fagiolini o di fermarsi dalla parrucchiera per prenotarle la tinta; di andare un attimo al supermercato a prenderle un etto di prosciutto crudo magro o di passare all'Acqua e Sapone a comprare l'ammorbidente Soft. Portare Simba a spasso voleva dire perdere due ore e mezza, tra l'andata, il ritorno e le commissioni extra: e sempre 6 euro erano, in pratica se ne andavano il pomeriggio e lo studio. Ma come poteva confessarle di non poter più perdere tutto il pomeriggio? Come faceva a dirle che non era una dama di compagnia?
"Sono andata avanti tre mesi e poi le ho detto che mi sarei trasferita in un'altra città, non volevo spezzarle il cuore, ma dovevo laurearmi!"

Non è un caso estremo di precariato, per arrotondare tutti, o molti, abbiamo fatto lavori simili, questo caso è solamente uno spaccato di vita universitaria, anche questi lavoretti hanno insidie e lati oscuri...!

*Simba non è il vero nome del barboncino, l'ho sentito per strada poco fa.

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