mercoledì 7 giugno 2017

Posta precaria: Lavorare con stanchezza

Si svegliò stanca anche quel giovedì mattina, gli occhi gonfi, la testa pesante, le gambe che si trascinavano da sole verso la cucina, per inerzia, per abitudine, un'abitudine che cercava di sopportare, da circa due anni.
Erano le 6.45, di mattina. Alzò la persiana, molto lentamente, aprì la finestra e inspirò aria fresca, aria nuova.
Doveva decidersi a comprare un pigiama nuovo, ormai l'elastico non teneva più e i fiorellini viola su sfondo azzurro erano crepati e sbiaditi.
Doveva trovare il tempo di depilarsi, non aveva mai avuto dei peli così lunghi sulle gambe. Ad un occhio esperto (di donna) di sicuro non erano sfuggiti sotto le calze color carne. Quei fili neri, scuri, lunghi, quanto? Un centimentro? Forse anche uno e mezzo.
Ne prese uno tra le dita e tentò di strapparlo. Al secondo tentativo ci riuscì.