Le bugie dei bravi ragazzi
è il mio secondo romanzo, autopubblicato perché le case editrici non mi
rispondono mai quando glielo invio, nemmeno per cortesia, nemmeno per
sbaglio o con una risposta in automatico. Neanche se gli spedisco la
versione cartacea con la letterina di presentazione. Zero proprio, il
nulla assoluto, il vuoto cosmico. Le uniche che mi rispondono vogliono soldi in cambio della pubblicazione,
ma mica cento - duecento euro, tipo busta per il matrimonio, ci si
aggira sui mille, duemila euro, i più spudorati ne chiedono pure di
più. A onor del vero oltre al vil denaro mi
è stata chiesta pure l'età, ma sono troppo vecchia per poter passare
per una teenager complessata e problematica. Il mercato, spietato, vuole questo adesso. E io non sono nessuno per poter essere solo me stessa.
Certo,
è vero che tutti devono mangiare, come la sottoscritta (e nel mio caso
pure bere spritz all'aperol per dimenticare)