

Mi ricordano i gelati a metà pomeriggio comprati con poche lire in tasca, quelle giuste per il gelato. 200 lire, 500 lire. Le mani appiccicose, le corse velocissime in bici, l'asfalto che bruciava sulle ginocchia sempre sbucciate.
Avevamo magliette bruttissime e non ci badavo, quasi.
Ricordo che si restava nascosti dietro le macchine e che a nascondino si contava fino a 100, ma spesso si barava.
Si suonavano i campanelli per parlare al citofono con gli amici. O si suonavano i campanelli e poi si scappava e basta.
Quelle estati là erano infinite.

E sputavo i noccioli, "gli ossi", dalla terrazza

Barbara
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