sabato 30 maggio 2020
Le radici sono importanti, ma...
mercoledì 27 maggio 2020
giovedì 21 maggio 2020
Gli spietati...
mercoledì 20 maggio 2020
Adoro i piaceri semplici...
domenica 17 maggio 2020
Violetta non voleva perdere l'unico amico di cui si fidava - C'è di peggio
Madame Bovary - spoiler spiccio
venerdì 15 maggio 2020
🎪Quando il Circo Lumen tornava in Veneto con la sua carovana...
mercoledì 13 maggio 2020
Si baciarono a lungo, tra loro era parcheggiata la Vespa...
sabato 9 maggio 2020
Basta nasconderla e...
venerdì 8 maggio 2020
La parata del Circo Lumen
«Ti prego, dimmi che ho capito male, dimmi che non c'è la parata quest'anno» chiese Mauro alla ragazza.
Nell'era dei social il Circo si affidava ancora a una parata per le vie della città, ma non potevano spingersi troppo in centro, non chiedevano mai al Comune il permesso per sfilare.
«Secondo voi un cavallo con un corno incollato alla fronte e due clown che sembrano scappati dal manicomio dovrebbero attirare la gente?"
Intervallo
🌵Oggi per molti finisce la clausura, per altri continua. Emergono sentimenti contrastanti che oscillano tra i "finalmente si respira" e i "è troppo presto, sciagura!"
Comunque nel frattempo: perdiamoci negli "intervalli" stile Rai anni 60, con relativa musichetta... Che tanto che possiamo fare?
domenica 3 maggio 2020
Affettivamente
sabato 2 maggio 2020
La Terra ha una buona reputazione...
venerdì 1 maggio 2020
Balcone Vista Primavera
Cominciai a sentire l’odore dei croissant fin dall’inizio della via. A Parigi anche le strade sembravano avere nomi chic: Place Vendôme, Rue Mademoiselle, Boulevard de Clichy. Attraversai il mercato del Quartier Latin tra i banchetti affollati, i turisti con i cellulari in mano e i francesi senza basco in testa. Nelle bancarelle vendevano ostriche, mica semplici vongole. La frutta esotica era lucida e i frutti di bosco sembravano pietre preziose incastonate nelle cassette di legno.
I colori dei fiori, raccolti in eleganti composizioni, mi esplodevano davanti agli occhi. Decisi di sedermi a un café, in uno di quei mille tavolini all’aperto. Mi sembrava di essere in un film francese, dove le attrici fumano e recitano battute sofisticate con quell’aria sempre imbronciata. Il caffè però non era un caffè italiano… Noi italiani all’estero a certe cose ci facciamo caso, è inevitabile, in qualsiasi parte del mondo finiamo, il caffè è sempre un termine di paragone. Ed il nostro è quasi sempre il migliore.
Da lontano mi parve di udire una melodia… come di un carillon antico, che ci stava benissimo lì in Francia, in quel momento, solo che era bizzarro il fatto che non ci fosse nessun musicista nelle vicinanze. E il suono cominciava a farsi sempre più insistente, il volume sempre più fastidioso… Aprii gli occhi per colpa della sveglia, in mano stringevo la pallina di vetro comprata a Parigi, di quelle che se le agiti un po’ fai nevicare sulla Tour Eiffel anche a Ferragosto.
Era il quindicesimo giorno di Quarantena ed io ero finita a passeggiare a Parigi, nei miei sogni. I telegiornali però anche quella mattina rimandavano solo immagini di città deserte, di vie vuote in luoghi di solito affollati come Roma, Venezia, Napoli… Allo stomaco mi affliggeva una sensazione di malinconia, mentre la moka era sul fuoco. Noi italiani siamo nati e cresciuti tra la bellezza e siamo abituati a inciamparci tutti i giorni, senza nemmeno accorgersene.
E adesso ci manca. Anche se magari un mese fa non ci facevamo caso, ma camminavamo distrattamente su strade romane o medioevali, frequentavamo palazzi del 1800 e passavamo davanti a chiese del 1200, con all’interno capolavori ammirati da tutto il mondo. Ora tutto è immobile e sospeso. Solo la natura non si è arrestata. I glicini iniziano ad arrampicarsi sui muri, le margherite bianche innondano i prati, gli alberi si riempiono di foglie color verde smeraldo, gli animali girano indisturbati sui colli e in montagna, “il cielo è sempre più blu”, i fiumi scorrono più limpidi e perfino l’aria sembra migliore.
La Terra respira, sembra quasi girare più lentamente, con meno affanno… e a noi non resta che ammirare dai balconi la primavera sbocciare. E se ci ferma un secondo a riflettere, almeno questo, non è poi così male.