🌟Il capotreno si sistemò il cappello, si schiarì la voce e si rivolse ai passeggeri della carrozza 24: ''Siamo quasi arrivati a Gennaio, mancano circa 40 minuti a destinazione''.
C'era sempre qualcuno che si addormentava durante il viaggio, altri invece sembravano friggere sui sedili. Qualche passeggero fissava il vuoto con la penna in mano o guardava fuori dal finestrino in cerca di ispirazione. Qualcuno si aspettava grandi cambiamenti, altri non si aspettavano più nulla. Il capotreno doveva parlare con un tono di voce forte e chiaro per avvisare tutti: sembrava che i viaggiatori provenissero dalla Luna tanto apparivano increduli di essere già arrivati a Gennaio. Senza esserne troppo coinvolto, come se stesse recitando una antica e vuota litania, continuò: "Ricordo a chi avesse scritto i buoni propositi di firmare il foglio sopra alle linee tratteggiate in fondo alla pagina, di inserirlo nell'apposita busta e di imbucarlo nelle cassette che troverete vicino all'uscita. Altre cassette le troverete anche fuori dalla stazione e in caso di ripensamenti o dimenticanze potrete spedire le buste anche nei prossimi giorni, o fino a quando ne sentirete il bisogno. Le cassette disponibili però, da domani, saranno solo quelle esterne alla stazione, non si può tornare indietro.
Il numero aggiornato è di circa 115, non più 200, le mancanti sono state vandalizzate. Nel muro esterno della stazione troverete uno schermo dove sono mappate le cassette rimanenti. Ricordo anche che: non è obbligatorio scrivere i buoni propositi, non è obbligatorio imbucarli e non è obbligatorio mantenere fede alle parole che avete scritto. La nostra compagnia ferroviaria mette solo a disposizione le penne, i fogli e le buste che avete trovato sul sedile del posto prenotato precedentemente. Ogni foglio e ogni busta, noterete, riportano infatti lo stesso numero del vostro sedile. Ricordo inoltre che la nostra compagnia ferroviaria non è responsabile dei vostri mancati buoni propositi. Ci sono domande?"
"Eventualmente posso inviare i miei buoni propositi via mail?''
''No, la nostra compagnia ferroviaria, non ha ancora il servizio di posta elettronica attivo. Crediamo infatti che scrivere a mano permetta di riflettere a fondo sulle scelte da prendere e sui cosiddetti buoni propositi".
Il capotreno sottolineò ''buoni propositi'' esasperandolo con il gesto delle virgolette, piegando in contemporanea l'indice e il medio della mano sinistra. Sembrava non crederci più molto a quella favoletta che si ripeteva ogni volta, ad ogni viaggio.
"Fino a quando si possono spedire?''
''Non c'è un termine assoluto, statisticamente le ultime buste vengono raccolte verso la fine del mese, ma le cassette esterne alla stazione sono sempre disponibili''
''Potrei avere un altro foglio?''
''Sì, le chiedo di scrivere in alto a destra il numero del suo posto, lo stesso che ha trovato nel primo foglio, e di firmarlo sulle linee tratteggiate''.
Il capotreno porgendogli il secondo foglio notò sulla pagina poggiata sul tavolino numerose parole cancellate con una riga tracciata sopra e molte frasi ritrattate e nascoste da scarabocchi blu; una frase su tutte catturò la sua attenzione:
Suicidio? veleno, lametta, mi impicco.
Il termine lametta non era cancellato, non era stata scartata quella ipotesi?
Cosa diceva il manuale in quei casi? Segnalare il soggetto al centro antisuicidio.
Ma che diritto aveva la compagnia ferroviaria di intralciare i buoni propositi dei passeggeri? Spesso erano solo pensieri transitori, in quel periodo poi le persone erano sopraffatte dalla vita e dai brutti pensieri.
Il capotreno come da manuale segnò sul taccuino il numero di prenotazione dell'uomo e proseguì: ci sono altre domande?"
''Posso scrivere io i buoni propositi al posto di un'altra persona?''
''Non funziona così, ma può scriverli sottoforma di una sua intenzione, intercessione''
Un uomo seduto poco distante intervenne: ma non può pensare ai suoi buoni propositi? Li ha già portati a termine i suoi?''
Qualcuno rise, molti annuirono.
Scese il silenzio, era arrivato il momento di concludere, di rileggere, di firmare e di chiudere la busta.
Arrivati a destinazione le buste di chi aveva scritto i buoni propositi erano praticamente tutte chiuse. Una buona parte dei viaggiatori però non aveva annotato nulla, accadeva sempre, a molti non interessava modificare lo stato delle cose, non desiderava nessun cambiamento, non ci pensava o gli andava bene così.
Qualcuno iniziò a scendere, qualcun altro spingeva per passare davanti a tutti, altri rimanevano semplicemente seduti al loro posto procrastinando ancora un poco, non c'era motivo di avere fretta. Per chi? Per cosa?
Qualcuno arrivava a destinazione stanco per il viaggio che sembrava non arrivare mai da nessuna parte, altri invece erano pieni di aspettative e non vedevano l'ora di riprendersi la vita. Tutti si portavano appresso bagagli e carichi più o meno ingombranti. Altri, pochi per la verità, viaggiavano leggeri.
I passeggeri si ritrovarono nel grande atrio della stazione di Gennaio. Qualcuno prima di imbucare la busta la fissava per qualche istante, altri la inserivano nella cassetta senza pensarci troppo, qualcun altro se la tenne in tasca.
''Dicono che sarà sereno, dicono che si potrà stare tranquilli, almeno per un po''' disse una donna con un bambino in braccio e un grosso zaino sulle spalle, prima di imbucare la busta nella cassetta.
''Giuro a me stesso che sarà diverso. Sì, lo dico ogni volta che sarà migliore e poi finisce sempre uguale...'' mormorò un uomo di circa quarant'anni stringendo la busta tra le mani.
''Non sembra male, si respira già un'aria diversa. Sento che è la volta buona, mi iscriverò in palestra, mangerò sano e diventerò una persona migliore, mi sento già una persona diversa, migliore''.
''Mi sposerò, ne abbiamo parlato, sembrava convinto, sennò mi faccio mettere incinta, non se ne andrà più, deve capire che è la cosa giusta da fare se siamo arrivati fino a qui insieme'' pensò una giovane donna fissando l'uomo accanto a sé che non aveva scritto nessun buon proposito.
''Cambierò lavoro, andrò lontano, non vivrò più la vita che vogliono gli altri, metterò me stesso al primo posto'' confidò un ragazzo all'amica che distratta digitava un messaggio.
''Ogni dannata volta devo sentire la stessa storia, gli stessi discorsi, li tenessero per sé almeno...'' commentò un signore in attesa di uscire.
Il capotreno controllò che tutti i passeggeri fossero scesi, si tolse il cappello e allentò la cravatta.
''Come è andata?'' gli chiese un collega.
''Come doveva andare, come sempre, c'è chi arriva stremato, chi è tranquillo, chi ha grandi aspettative, a qualcuno invece non gliene frega niente...''
"Andiamo a farci un giro a Gennaio?"
"Andiamo a vedere com'è, anche questa volta..."