martedì 31 gennaio 2023

..."una fila di donne..."

..."una fila di donne nude, dalle carni bianche, come appare la pelle quando viene spogliata dei vestiti, d'inverno. Una nudità così non l'ho mai veduta. Una nudità che, nel suo rivelarsi ultimo, arreso, si fa lieve, trasparente e muta. Le teste sono incassate nelle spalle, i petti incurvati in avanti, le mani a coprire i sessi. Sono i dannati che si avviano, senza ribellarsi, verso l'estrema condanna, pur sapendo di essere innocenti. C'è un marchio che li inchioda al loro destino di martiri. Sono colpevoli di vivere, di essere se stessi."
• Il treno dell'ultima notte 
•Dacia Maraini

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Le cose tristi, quelle veramente drammatiche, quelle che passano per i tg e che abbiamo studiato a scuola, magari solo per passare l'interrogazione, a sentirle ripetere tante volte, poi rischiano di diventare noiose. 
Rischiano di perdere di importanza, di cadere nell'oblio e nel dimenticatoio tra le cose che sono successe un milione di anni fa.
Ma siccome viviamo in un mondo di merda, è bene non dimenticare mai di cosa siamo (stati) capaci di fare.
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#ilgiornodellamemoria

📸Instagram: barbara.raymondi

venerdì 27 gennaio 2023

👑La sovrana lettrice...

👑La sovrana lettrice, di Alan Bennett
Romanzo di 95 pagine.
Trama: non è che ci sia una vera e propria trama, ma è un libro carino, scorrevole e particolare. Non succede granché in realtà, se dovessi spiegarlo in due righe, stringendo tanto, direi che per caso un giorno la Regina d'Inghilterra (anzi ex regina, ops) scopre l'esistenza dei libri e da quel momento la sua vita non sarà più la stessa.
I suoi cani, invece di entrare a palazzo, girano l'angolo e corrono verso una biblioteca circolante. La sovrana incontra Norman, un ragazzo bruttino che lavora nelle cucine e che pare essere l'unico lettore lì a Palazzo, l'unico a conoscere il reale valore di quegli strani oggetti chiamati libri. Sarà lui inizialmente a consigliarle molte letture e per questo sarà allontanato dall'entourage.
Le biblioteche di Palazzo ovviamente sono piene di libri preziosissimi, ma dai tempi di Giorgio III nessuno ne legge uno.
La letteratura, afferma la Regina, manca assolutamente di deferenza: "I libri se ne infischiavano di chi li leggeva; e se nessuno li apriva, loro stavano bene lo stesso. Un lettore valeva l'altro e lei non faceva eccezione".
 Il romanzo sembra raccontare la storia di chiunque inizi ad avvicinarsi ai libri, affrontandoli prima con diffidenza, magari con difficoltà... fino a esserne completamente conquistato.
Così tra un obbligo reale e l'altro la Regina impegna il suo tempo libero leggendo; iniziando quindi a porsi dubbi e a cercare risposte, fino a notare attorno a sé sfumature nuove e diverse... Fino a cambiare prospettiva. Questione che genera timore e sospetti tra i vari segretari privati e primi ministri. La regina sarebbe potuta diventare imprevedibile, avrebbe potuto creare imbarazzi con le sue domande e le sue intuizioni, soprattutto durante i ricevimenti ufficiali. In effetti... fino all'ultimo colpo di scena..
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#lasovranalettrice #book #libri #leggere

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venerdì 20 gennaio 2023

🦁Ho finito di leggere i "Leoni di Sicilia...

🦁Ho finito di leggere i "Leoni di Sicilia, La saga dei Florio", scritto da Stefania Auci
Riassumo tantissimo perché le pagine sono 430 circa.
🦁Trama: La Famiglia Florio parte da Bagnara Calabra ed emigra in Sicilia, a Palermo. Siamo agli inizi del1800, i fratelli Paolo e Ignazio aprono una bottega di spezie che diventerà la migliore della città.
Sono ambiziosi, vogliono diventare ricchi e potenti, più dei nobili siciliani ormai in decadenza totale. Ci riusciranno acquistando case, terreni, fondando una compagnia di navigazione, rendendo il Marsala un vino prestigioso(a me non piace, ma vabbè). A Favignana(quanto ci vorrei andare, qualcuno ha una casa lì?) rivoluzioneranno il commercio del tonno sott'olio(questo mi piace, specie con gli spaghetti al pomodoro).
Nel frattempo Palermo resta a guardare tra invidia e disprezzo perché i Florio, per i nobili, rimangono stranieri e facchini.Ma quello che ci interessa è che Giuseppina, moglie di Paolo, in realtà è innamorata persa del cognato, ed è pure ricambiata. Solo che nessuno dei 2 fa nulla per sbloccare la situazione, nemmeno quando Paolo, pace all'anima sua, muore.
Nonostante vivano nella stessa casa la donna si sacrifica. Eravamo nell'800...paranoie.
Il figlio di Paolo e Giuseppina, Vincenzo, super ambizioso porterà ai Florio ancora più ricchezza e potere.
Si fa le storie per un sacco di tempo con Giulia, che è una milanese emigrata con la ricca famiglia in Sicilia. Lei soffre perché lui non si decide a sposarla(vorrebbe trovare una nobile...).Ci fa due figlie femmine, ma ancora niente, poi nasce il Maschio e allora...Ok siamo nell'800.
Sullo sfondo i moti del 1818 e lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, mentre “Sembra quasi che Palermo lasci che le cose le accadano addosso. Che sia spettatrice di se stessa.E invece no, perché Palermo è soltanto addormentata. Sotto la pelle di sabbia e pietra, c’è un corpo che pulsa, una corrente di sangue e segreti. Pensieri che vibrano da una parte all’altra."....


📸 Instagram: barbara.raymondi



🔵Oggi è il terzo lunedì di gennaio, quindi...

🔵Oggi è il terzo lunedì di gennaio, quindi secondo studi (dicono) scientifici sarebbe il Blue Monday, o per lo meno secondo uno psicologo dell’Università di Cardiff, un certo Cliff.📊
 È il momento in cui la mente realizza che le feste natalizie sono finite e che le prossime vacanze sono ancora un miraggio. Mettici pure che, in teoria, fa freddo, il tempo è grigio e magari piove.. Se vivi in pianura padana forse c'è pure l'opzione nebbia. Siamo avvantaggiati in questo senso.
Somma tutto... e si dovrebbe riuscire a  provare uno sconforto senza fine. 
La cosa non mi sembra tanto differente dagli altri lunedì... Soprattutto in questi ultimi anni 🤔 
🍕Ma mal che vada... c'è sempre la pizza 🍕😉

martedì 10 gennaio 2023

🎄Storiella Natalizia (dopo Natale)

Storiella Natalizia



«E' Natale!»

«Come? Già? Mancavano quindici giorni ieri!»

«Oggi quattordici, praticamente è Natale»

«Pensavo di aver dormito per quindici giorni, mi hai fatto spaventare» disse aprendo un occhio

«Quattordici giorni in pratica sono dieci, una settimana, una manciata di ore»

«Stai tranquilla, mancano quattordici giorni, possono succedere un sacco di cose in due settimane» disse aprendo anche l'altro occhio.

«Tipo?» le chiese sedendosi sul letto matrimoniale.

«Potrebbero decidere di annullare il Natale»

«Chi?»

«Qualche comitato, non so, i parenti di Gesù Bambino, i servizi sociali per il fatto di aver tenuto un bambino appena nato al freddo e al gelo; o gli animalisti per tutelare il bue e l'asinello costretti a starsene dentro a una stalla»

«Non lo so» riflettè

«Oppure potrebbero arrestarci»

«Perché dovrebbero?» chiese coprendosi le spalle con una coperta di lana color panna.

«Perchè in soffitta nascondiamo un prezioso dipinto di Monet e non l'abbiamo mai restituito»

«Mamma non abbiamo la soffitta»

«Nemmeno un Monet, anche se farebbe scena nella nostra minicasa. Insomma il concetto è: non puoi essere già così in ansia, manca ancora un sacco di tempo a Natale e non caricare di importanza quel giorno, è solo un pranzo. Hai presente? Primo, secondo, dolce, forchette, bicchieri, spumante troppo dolce...»

«Non c'è il contorno? Non abbiamo pensato a un contorno? Ci sono: il primo, il secondo, il dolce e niente contorno?».

Margherita alzò gli occhi al cielo, poi sorrise alla figlia diciannovenne, le accarezzò una guancia e andò a preparare la colazione: caffè e biscotti.

Sofi, la figlia studentessa al primo anno di Storia dell'Arte all'Università non era mai stata ossessionata dal Natale, anzi cercava di schivarlo, lo festeggiava solo per accontentare la madre. Fino a quell'anno il suo interesse riguardo al 25 dicembre si riassumeva nell'addobbare l'albero di Natale, nello scartare i regali davanti all'albero di Natale e nel mangiare il Pandoro a colazione, a pranzo e a cena per i giorni a seguire, affianco all'albero di Natale, visto che il loro appartamento era quasi tutto lì. Il periodo Natalizio prevedeva giusto quelle azioni da manuale da quando il padre se n'era andato di casa, una vigilia di qualche anno prima.

Da quel giorno fu come se l'atmosfera delle feste si fosse stinta, addobbare l'albero pareva una fatica inutile e il gusto del Pandoro sembrava meno dolce. Figurarsi il Panettone con l'uvetta e i canditi.


«Il caffè è pronto!» urlò alla figlia chiusa in bagno.

«Tra un secondo esco. Finisco di scrivere un messaggio».

Cosa si scriveranno alle 8 di mattina... disse tra sé la madre. «Che può essere successo da ieri sera a stamattina?» le urlò.

«Mamma, l'amore non ha orari, non deve accadere per forza qualcosa per scriversi».

Margherita baciò Sofi sulla punta del naso: «Ci vediamo più tardi, preparati qualcosa per pranzo. E pensa anche alla cena»

«Stasera esco con lui».

Margherita alzò gli occhi al cielo, le toccava la pizza surgelata anche quella sera. Era la figlia quella brava a cucinare. Lei era quella brava a mandare avanti la famiglia, anzi la loro mini famiglia.


«Mamma è Natale ormai!»

«Oddio Sofi mancano ancora otto giorni. Otto lunghissimi giorni».

La figlia si sedette sul letto e si coprì le spalle con la coperta di lana color panna: «In pratica è dopodomani».

«A che ora sei rientrata stanotte? Non ti ho sentito aprire la porta».

«Avevi la testa sotto al cuscino, ci credo».

«Mmh, è la tv dei vicini, quei due vecchi si dimenticano di spegnerla alla notte. Se ne rendono conto alle sei di mattina, quando lui si sveglia per fare la pipì».

«Mio Dio sai i suoi orari, sei una stalker»

«Sofi, il suo bagno confina con la mia camera da letto, non vorrei sapere gli orari dei suoi passaggi, ma è inevitabile, perché quando tira lo sciacquone è come se una cascata si liberasse sopra la mia testa e a volte, se fuori c'è silenzio assoluto, sento anche lo scroscio della sua...»

«Ok basta, ho capito. Dobbiamo trasferirci nella villa in fondo alla via»

«Sarebbe carino sì. La contessa lo sa? Oppure è morta e per qualche strano caso del destino tu sei l'unica erede?»

«A Natale dobbiamo andare lì, è grande, ci sono un sacco di stanze, magari la Contessa non si accorgerà nemmeno della nostra presenza. O la rinchiudiamo da qualche parte, in soffitta, lei ne avrà una immagino. Ieri sono stata da GianAmedeo, loro vivono praticamente in un museo, hanno dieci stanze, il loro albero di Natale è più grande della nostra cucina».

«Io ancora mi chiedo come fai a stare insieme con uno che si chiama GianAmedeo. Capisco “Gian”, accetterei con riluttanza un “Amedeo” ma...»

«Mamma loro verranno qui e noi a mala pena ci muoviamo attorno all'albero di Natale».

«Ti ricordi che sei stata tu a invitare lui e i suoi genitori per il pranzo? Io ti dicevo che non era il caso, che non sarebbe stata una buona idea...».

«La villa in fondo alla via costa unmilionesettecentonovantamila euro, mi sono informata, è in vendita»

«Allora cambia tutto. Se tra otto... anzi sette giorni così facciamo il trasloco con calma, riesci a recuperare unmilionesettecentoottantasettemila euro direi che possiamo fare i bagagli».

Sofi si sdraiò vicino alla madre e l'abbraccò infilando la testa sotto al cuscino. Il vicino era tornato in bagno.


«Mamma svegliati, è Natale»

«Quanti giorni mancano?»

«Quattro, praticamente stanno per suonare alla porta»

«Non suonerebbero, si farebbero annunciare dal loro ciambellano portatile».

«Dobbiamo cambiare religione, dire che non festeggiamo il Natale e che ci siamo sbagliate. Gli dico che c'è venuta una specie di conversione improvvisa».

«Ormai abbiamo fatto quel cavolo di albero, ma ok, scegli una religione a caso e lasciami dormire altri dieci minuti»

«L'unica alternativa è lasciarlo. E tornarci insieme il 26, anzi il 28, per non fargli credere che sia un piano subdolo per evitare il pranzo»

«Secondo me stai esagerando, è un pranzo, è solo un pranzo, la sala-cucina è talmente piccola che a un certo punto mancherà l'ossigeno e se ne andranno via per forza se non vorranno svenire. Scusa, mi fugge, perché non andiamo noi da loro? Anzi, perché non vai tu?»

«Non ti lascio sola a Natale, mamma. E poi quando l'ho invitato mi aspettavo un ovvio -Venite voi-

e invece GianAmedeo ha risposto solo: ok, perchè no? Sarà diverso dagli altri anni»

«Decisamente diverso».


24 dicembre. Incomprensibile silenzio in casa. Margherita controllò l'ora sul telefono: le 8.37 e delle paranoie mattutine di sua figlia nemmeno l'ombra. La donna decise di alzarsi e di verificare che Sofi non fosse scappata con qualche setta per sfuggire al pranzo di Natale.

«È il 24 dicembre, te lo devo ricordare io? Domani c'è il pranzo con la famiglia di GianAmedeo, la nostra casa è troppo piccola, io non so cucinare, le posate sono tutte diverse manca una sedia...»

«Grazie mamma per avermelo ricordato, ma c'è una novità» la interruppe, con gli occhi gonfi e le guance umide. Margherita comprese subito che la figlia stava soffocando le lacrime e i singhiozzi nel cuscino per non svegliarla o per timore di affrontare la realtà.

Le accarezzò una guancia per asciugarle una lacrima, ma non chiese nulla, aspettò che Sofi prendesse forza.

Si erano lasciati, lei lo aveva lasciato. O forse lui aveva lasciato lei. Il fatto era che alla sera prima GianAmedeo le aveva comunicato che per Natale sarebbe partito con i suoi, sarebbero andati tutti a Dubai. Non poteva non andare, anzi in realtà avrebbe potuto rimanere a casa: ma a fare cosa? Solo per il pranzo del 25? E poi?

Margherita decise di astenersi dal commentare.

«Da un mese io mi angoscio per il pranzo e lui se ne va a Dubai? Mi ha detto che la mamma si era dimenticata del nostro pranzo, ma che si farà più avanti, dopo le feste. Tornano il 10 gennaio! Il 10!»

«Lo sai che non verranno mai». Aveva deciso di commentare.

Sofi parve non ascoltare quella che pareva essere una sentenza definitiva. Sospirò a fondo e singhiozzò.

«E perchè non mi ha chiesto di andare?»

La mamma alzò le spalle, non conosceva la risposta o forse sì. Aveva un po' di dubbi e di perplessità che fino a quel momento aveva taciuto: quel ragazzo non la amava, o forse era troppo giovane per impegnarsi e probabilmente i suoi genitori cercavano di allontanarlo dalla figlia di una commessa. Anzi non la consideravano proprio come la fidanzatina del figlio e di sicuro non avevano nemmeno mai davvero valutato l'invito a pranzo.

Era di certo sollevata di non avere quegli ospiti a Natale, ma amareggiata nel vedere la sua figlia più piccola soffire così per uno con quel nome.

«Sofi sei così giovane, non va quasi mai bene la prima volta col primo ragazzo, facciamo finta che sono tutte prove per trovare l'amore vero, quello proprio vero. Magari non sarà nemmeno il prossimo ragazzo e già lo odio se ti farà soffrire. Magari lo allontanerai tu, che dici?»

«Ma perchè non mi ha chiesto di andare con lui?»

Domandone da un milione di dollari.

«Non ci pensare, probabilmente non sarebbero venuti a pranzo qui lo stesso o forse vi sareste lasciati per capodanno, non lo so»

«Gli uomini fanno tutti schifo. E quando dico tutti intendo anche il papà. Anche lui se ne è andato a Natale, ma che hanno tutti?»

«Certo andarsene con la babysitter a Natale non è stata proprio una mossa di classe. Peccato, credevo fosse una persona diversa, di famiglia, mi fidavo»

«Stai parlando di...»

«Della babysitter, tuo papà è uno stronzo, ma lei è stata una vera delusione! Le facevo anche lo sconto in negozio, si comprava certi completini da zozzona, poi ho capito con chi li usava...»

«Mamma, sono già abbastanza depressa. E' Natale, il mio ragazzo, ex ragazzo, se ne va a Dubai, abbiamo un sacco di cibo in frigo per niente e... »

«Scusa. Sofi a Natale è tutto amplificato, le emozioni, i sentimenti, ci si sente più euforici, più esasperati, più frenetici e anche più disperati. Ci sono le lucine in giro che non fanno altro che che ricordarci quanto sia più complicato cercare di essere felici. Le luci illuminano meglio le miserie dei disperati, ecco cosa fanno. Ma sai che ti dico? Babbo Natale ti farà una sorpresa»

«Me l'ha già fatta mi pare.Vorrei la neve. Qui non nevica mai. Non nevica mai! Ci mancava solo il cambiamento climatico!».

E scoppiò di nuovo a piangere.


Era notte, Sofi si era rimessa a letto dopo aver passato tutta la giornata a fissare il cellulare a vuoto e presidiare la finestra che dava sull'entrata del condominio. Sperava di vederlo arrivare, sperava avesse cambiato idea.

Margherita senza fare rumore uscì di casa.

Alla mattina la figlia si svegliò inspirando un dolcissimo profumo di cioccolata, ma anche di biscotti cotti al forno. Non poteva essere casa sua.


Quando a piedi nudi varcò la soglia della sala-cucina vide che il pavimento era completamente coperto di tulle bianco con i brillantini. Strizzò gli occhi. Che cos'era? «Mamma?» fu l'unica parola sensata che le uscì.

«Amore! Ben svegliata, hai visto la neve?»

«Hai rubato il tulle dalla vetrina del negozio?»

Primo sorriso.

«Sì sì, ma tanto la titolare rientra il 30, non se ne accorgerà, rimetterò tutto a posto domani, l'ho solo preso in prestito»

Sofi venne distratta da un insolito rumore di pentole.

«Chi c'è dietro all'albero di Natale?»

Si affacciò e vide la nonna intenta a spadellare. Aspettava la nipote con un sorriso immenso stampato in faccia e dietro di lei c'era il nonno seduto di spalle su uno sgabello portato da casa, che tagliava fettine di pane per metterci sopra il salmone affumicato; e nonostante l'uomo non ci sentisse niente aveva già gli occhi lucidi.

Secondo sorriso.

Era tutto pronto, era ora di mettersi a tavola. Alla fine camminare sul tulle si era rivelato un po' più complicato del previsto: il nonno aveva rischiato di inciampare tre volte, quindi si era seduto a tavola e da lì non si era più mosso. La nonna si era tolta le scarpe perchè il tacco le si era incastrato già cinque volte. Le avevano prestato le pantofole a forma di unicorno, ma non è che queste le facilitassero i movimenti.

Suonò il campanello. Chi poteva essere?

«Chi eeeeè?!» urlò il nonno sistemandosi l'apparecchio.

«Vai ad aprire tu Sofi»

In effetti il primo pensiero fu per GianAmedeo. Pensò che fosse lui alla porta, che avesse deciso di non partire e di raggiungerla per pranzo, fregandose di Dubai e di tutti.

«No! Ma non eri in montagna?»

«C'è più neve qui mi sembra. Ho saputo che si erano liberati dei posti e sinceramente preferisco restare con voi a Natale. La montagna non si sposta mica»

Terzo sorriso, un po' amaro, ma fu seguito da un abbraccio dolcissimo con la sorella maggiore.

«Grazie mamma, come hai fatto a reclutare tutti?».

La mamma alzò le braccia e disse solo: magia del Natale...?

Fuori aveva preso un poco a nevicare, ma niente a che vedere con la distesa di tulle bianco preso in prestito dal negozio di intimo in cui si impigliavano i piedi delle persone a cui Sofi teneva di più.



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lunedì 2 gennaio 2023

🍃 -Che si fa nei "giorni no"? Che faremo quando...

🍃 -Che si fa nei "giorni no"? Che faremo quando io non riuscirò nemmeno a mettere su la moka per un caffè? Ti sembrerò una persona detestabile, inutile. Ci saranno quei giorni, arriveranno. 
-Li lasci là. Passeranno pure quelli. 
-E se non passano?
-Ti porterò fuori a bere due o tre bicchieri di vino. O ti sentirai sollevata o piangerai fino allo sfinimento e ti addormenterai. E almeno per uscire ti toglierai il pigiama, di certo sembrerai meno disperata.
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❄️Gennaio

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