martedì 7 marzo 2017

Nostalgia Canaglia. Trainspotting 2

Quando nel lontano 1996 vidi al cinema Trainspotting, in una sala mezza vuota e un po' sfigata, lontana anni luce dal concetto moderno di multisala multifunzionale, mi si aprì un mondo.  Il mio mondo, una differente visione della solita e concreta realtà che non riusciva a convincermi.
Che non era sfondarsi di eroina o di droghe varie!, ma un nuovo modo di descrivere sensazioni, lontano quindi dal classico borghese ideale della società  impostata.
 Restai in apnea per un'ora e mezza: esisteva dunque un'alternativa al modello che credevo di dover subire fin dai tempi della scuola dell'obbligo. Fosse anche solo guardare film alternativi o leggere libri differenti da quelli imposti dai professori in cattedra.
Sembra banale, ma all'epoca e a quell'età, era (molto) più complicato.
Cesura col passato.
Amai quel film, il mio (anti)eroe preferito divenne chiaramente Mark Renton. Così lontano dai soliti Maverick, così diverso dai bravi e noiosi ragazzini.
Dopo 20 anni esce Trainspotting 2.

Non avevo grandi aspettative, come si poteva sperare in un sequel che anche solo sfiorasse il mito del primo, divenuto un cult degli anni '90? Il rischio era che T2 risultasse grottesco, che i personaggi divenissero mere caricature di se stessi, che la storia si sfilacciasse e perdesse la vera essenza.
Ogni personaggio seppur inevitabilmente  cambiato, e forse a modo suo maturato dato l'implacabile trascorrere degli anni (figli, capelli da colorare, matrimoni falliti, lavori finiti male) è rimasto fedele a se stesso; i protagonisti sono ancora inaffidabili e con il solo scopo di restare a galla vista la piega che hanno preso le loro vite.
Il primo film era sporco, vivo, il sequel invece ha una pellicola abbellita, ripulita. La stessa Edimburgo si svela di più, prima i ragazzi sembravano ghettizzarsi nelle loro precarie condizioni da eroinomani, ora girano per la città dove anche il cielo sembra diverso.
Il primo Traispotting, in effetti, per motivi economici fu in parte girato a Glasgow.
Ma al di là di questo, T2 mi è piaciuto lo stesso. Danny Boyle ha messo in atto un'operazione nostalgia bella imponente, rimandi, scene, citazioni e canzoni che riportano facilmente e in modo palese al primo.

E' stato come rivedere dei vecchi amici che, per fortuna, non sono cambiati poi molto. Una certezza in un mondo ipocrita e in continua evoluzione.
Ancora in  bilico, disperati, mezzi diroccati, un po' cattivi, cinici e amici a modo loro. 
Se gli anni '90 facevano schifo, i Duemila nonostante la patina dei social  non sono tanto meglio: tolta (quasi del tutto) la droga i protagonisti devono affontare la realtà nuda e tagliente, le vendette, gli amori finiti, le poche amicizie rimaste e la "questione soldi", che sono sempre troppo pochi. Ancora vivono di imbrogli, di tentativi poco ortodossi, di espedienti e non si può fare a meno di sorridere nostalgici.
Se poi non piace il genere..  allora scegli un altro film, scegli la vita.

Barbara

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