venerdì 5 agosto 2016

Le Amiche che strappano i capelli

Qualche giorno fa ho preso il caffè con due vecchie amiche, in termini di amicizia di lunga data, non nel senso di amiche vecchie. All'improvviso una delle due ha inziato a fissare la mia matassa di capelli castani. Ne ho tanti di capelli e spesso sono indisciplinati. Soprattutto il ciuffo che se non trattengo con una forcina prende un'onda strana che ricorda quella di Marion Cunningham; mentre sopra le orecchie, se non piastro a dovere e se l'umidità della Pianura Padana rema contro, due ciuffetti si librano stile Dilofosauro, quello della versione romanzata di Jurassic Park. Comunque in genere riesco a tenere tutto sotto controllo, e sennò sti c@zzi... Finchè non incontro Ryan Gosling per strada non ne faccio un dramma.
Dilofosauro nella versione romanzata di Jurassic Park
Per la privacy chiamerò le ragazze con un nome fittizio: Elisabetta e Laura. Elisabetta è più alta di me, quindi in caso si mettesse in testa di ispezionarmi la capigliatura ha pure una visuale bella nitida, panoramica.
Quel giorno non si è accontentata di fissarmi dalla sua sedia sorseggiando il caffè allungato con
il latte di riso. Si è avvicinata con fare circospetto, fingendosi indifferente. Dapprima solo allungando il collo e strizzando gli occhi per mettere a fuoco la situazione tricotica, poi, presa confidenza, ha iniziato a spostarmi ciocche di capelli con l'indice.
Tutto questo avveniva mentre Laura era intenta a raccontare il salvataggio di un cane trovatello, forse abbandonato per strada dai suoi biechi padroni. Laura ama salvare gli animali. Una notte di molti anni fa (credo verso le tre) volle mettere in salvo un cagnolino dal traffico inesistente di Piazza dei Signori, a Padova. Il suddetto non era stato abbandonato e non si era perso, ma Laura, tenendoci molto a questo suo nobile ruolo non transige, in nessuna occasione e per nessun motivo. Elisabetta invece ci aveva appena raccontato di aver tirato sotto un topo del deserto nella frequentatissima Death Valley, e c'erano molti altri animali in America che sarebbero potuti finire sotto alle sue ruote: orsi, cervi, alci... Per la cronaca devo riferire che Elisabetta non l'ha fatto apposta a investire il roditore.
Massa di capelli, umidità e pennuti da salvare
Con consapevolezza però, quel pomeriggio ha preso due mie ciocche di capelli, le ha separate con cura e ha iniziato l'ispezione. Non per trovare pidocchi, come facevano le mamme all'epoca dell'asilo, ma per rintracciare capelli bianchi.
Eccone uno, un altro, ancora? Ma Barbara! Ha esclamato inorridita. Di solito non si limita a scovarli, lei li deve strappare, senza chiedere e senza pietà. Li osserva con occhi di brace, ne constata lo spessore e poi fa la prova del bianco, tipo Dash o roba simile. Accosta un capello bianco a una maglia colorata, meglio se scura e poi soddisfatta me lo caccia in mano. Io subisco  passivamente la decespugliazione e i racconti sulle avventure civili. Perché? Non lo so, forse perché sono mie amiche. E chissà loro che devono sopportare con me...
Ma tu non li hai? Le chiedo ogni volta.
No, sussurra lei quel giorno, ma poi si confessa: Sì, uno o due, li ho visti oggi allo specchio.
E allora te li togliamo noi.
Laura prende una pinzetta per le sopracciglia e me la consegna, Elisabetta china il capo.
Laura non era convintissima, dice che poi ne crescono altri sette, è scientifico; il Dottor Oz però in Tv ha dichiarato che non è vero. Non so davvero più a chi credere a questo mondo. 
Il primo capello bianco si è strappato via subito, con un colpo secco, era sottile e non era nemmeno così bianco (abbiamo fatto la prova del colore). Forse era solo un poco più chiaro degli altri, ma oramai era andato. Il secondo ha avuto una sorte un pochino più travagliata. Tiro una prima volta, ma niente, non si toglie. A quel punto Laura si avvicina guardinga: ormai si doveva strappare, non si poteva più tornare indietro o lasciare il lavoro a metà. Provo ancora, ma succede che il capello si arriccia tutto su ste stesso: la pinzetta era scivolata come la forbice sul nastro da regali. Non lo troviamo più, lo perdiamo di vista, così corto e così riccio si era confuso tra il resto dei capelli.
E poi, eccolo lì, sembrava la codina di Babe il maialino coraggioso. Io tenevo schiacciati i capelli creando scriminature per rendere il lavoro più facile e intanto Laura cercava il codino ricciolino.
Messaggio subliminale
Alla fine l'abbiamo trovato, strappato e consegnato alla legittima proprietaria.
Non so perchè Elisabetta mi strappi i capelli bianchi, ma è una mia amica e l'accetto: ricordiamoci che nella Death Valley è stata in grado di tirare sotto un topo del deserto e da lì il passo è breve.
Mi sono fatta il colore comunque, per un po' dovrei essere salva. 

Barbara 
 






1 commento:

  1. Ahahahah :-D Fate un po' paura con la caccia al capello bianco... ma siete troppo forti!!! :-D

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