La gente cambierà dopo il
Corona Virus? O meglio, migliorerà?
Sarà più gentile verso
gli altri? O meno superficiale?
Sarà più rispettosa
verso l'ambiente?
Le persone prenderanno
decisioni che prevedano la serenità interiore?
Verrà il tempo delle
Grandi Scelte? Si tirerà fuori il Coraggio di cambiare se le cose
non vanno o si tornerà nella tiepida “comfort zone”?
Ho chiesto in giro, ho
fatto un breve sondaggio...
Il Sondaggione!
Ne è venuto fuori che...
No, non si ha molta fiducia nella catarsi, nel miglioramento.
Anzi, e cito testualmente
“gli stronzi saranno pure più stronzi”.
Si tornerà agli egoismi,
ai brevi contratti di lavoro senza dignità, ai cento vestiti
comprati e indossati una volta, ma fotografati e postati sui
social. Si tornerà tutti in macchina, in coda, si prenderanno
pasticche contro l'acidità di stomaco e si butteranno giù le
goccette per l'ansia.
Ma in fondo che cos'è un
mese di quarantena nell'arco di un'esistenza? Ci siamo presi una
pausa dalle situazioni tossiche?
Abbiamo davvero avuto
tempo per riflettere? Forse si pensa solamente e ossessivamente a:
devo fare qualcosa per farmi passare il tempo?
Devo fare qualcosa per
farmi passare il tempo?
Devo telefonare, devo
cantare sul balcone, devo chattare, devo leggere, devo guardare
Netflix, devo fare la videochiamata o l'aperichat. Devo cucinare.
Trovare il lievito e fare la pizza. Devo correre. Devo uscire. Devo
fare la spesa.
La frenesia da
quarantena.
Forse non c'è
materialmente tempo per riflettere e alla sera lobotomizzati si
guardano le vite degli altri nei social, invece di guardare chi si ha
accanto o di pensare a chi si vorrebbe accanto. Magari di sognare a
occhi aperti o di scrivere una lettera, che ne so.
Non tutti tutti sono così
eh. Secondo me c'è qualcuno che ancora ci ragiona su.
Respira. Pensa.
Quali sono le cose che ci
rendono felici?
.
.
.
.
.
Quali sono le cose che ci
rendono INfelici? Che non ci fanno sentire soddisfatti, che ci
inchiodano all'esistenza che si ripete sempre uguale a se stessa?
Possiamo tagliare i rami
secchi?
Ce la sentiamo di provare?
Riusciamo a recuperare un
cacchio di salvagente?
Non è facile e ci sono
troppe condizioni sfavorevoli che remano contro. La politica, il
lavoro che non c'è e spesso è sottopagato, le tasse che strozzano
chi prova a realizzarsi.
Siamo troppo pigri per
avere fiducia? O assuefatti alla sfiducia verso le istituzioni, verso
gli altri?
Io nella mente ho mandato
all'aria tutto e rimesso a posto tutto due secondi dopo.
E ho preso alcune scelte
di pancia. Sbagliatissime sula carta. Mi sono pentita e poi mi sono
sentita libera.
E poi mi sono pentita. E
poi mi impegnerò perchè le cose accadano.
E non so come andrà, non
so se le cose si sistemeranno o andranno peggio.
Beh, peggio di una
pandemia... c'è una pandemia da precaria sognatrice!
Ma da qualche parte
bisogna pure iniziare.
Iniziamo a credere in noi
stessi.