Ho rimaneggiato un po' "C'è di peggio", il mio primo romanzo, scritto in un momento di rabbia e agitazione... dopo un periodaccio, dopo la laurea, dopo un lavoro che odiavo e che non mi faceva respirare. Quando tutto sembrava andare male che "peggio di così"...
La laurea non mi aveva aperto nessun portone, nemmeno un cancello per dire. Mi capitò solo qualche stage retribuito pochissimo, dove ero sfruttata tantissimo. Poi il classico lavoro di merda stile generazione mille euro. E quando tutto va a rotoli, il resto può solo peggiorare. Ero incazzata con tutti, con il mondo e con me stessa perché non riuscivo a reagire.
Finalmente la crisi si accorse di me e affilò la sua mannaia: tutti a casa dopo 2 anni e mezzo. Manco il panettone a Natale, perché avremmo lavorato fino al 20 dicembre, e ormai...
Quell'anno Babbo Natale arrivò in anticipo: contratto non rinnovato! Forse non avrei mai avuto il coraggio di licenziarmi. Di sti tempi chi molla il lavoro se non ci sono alternative?
Tornai a respirare. Cosa mi sarebbe piaciuto fare? Non lo sapevo più.
Iniziai a scrivere, chissà poi perché.
La trama ristretta di "C'è di peggio" è più o meno questa:
Vito e Violetta sono legati da una profonda amicizia, studiano entrambi filosofia e sono un po' cinici perché immersi in una società che non sembra dargli futuro. I due amici, alle prese con avventure che di amore romantico hanno ben poco, incontreranno una fanciulla musulmana finita nei guai per colpa di una tradizione che le sta un po' stretta. Un pomeriggio d'estate le loro sorti cambieranno...
Se vi va di leggere l'anteprima dopo tutto sto discorsone ecco qui:
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/77883/c-di-peggio-2/?refresh_ce
Ciao ciao,
Barbara
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